Di corsa verso cosa? La voglia di essere riconosciuti spesso fa dimenticare l'Altro. A un certo punto della vita, ci si guarda intorno e ci si accorge di essere rimasti soli. Tale tendenza è diventata così pervasiva nella nostra società che gli studiosi internazionali, nell'atto di pubblicare la quinta versione del "Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali" (DSM V), si sono interrogati sulla possibilità di derubricare il Disturbo narcisistico di personalità dall'ambito delle patologie. Infine, hanno deciso di conservare tale categoria diagnostica.
Tuttavia, il narcisismo non si limita ai casi più gravi descritti dal disturbo categorizzato nel DSM V, con senso spropositato di grandiosità e mancanza assoluta d'empatia. Nello studio dello psicoterapeuta il narcisista conclamato ci arriva solo in una fase avanzata, nella quale spesso la sua esistenza è stata circondata da macerie, con gravi fallimenti affettivi ed economici dopo fasi di successo mal gestito. i tratti narcisistici sono invece più comunemente riscontrati anche all'interno di personalità meno compromesse; di costellazioni sintomatiche tendenti all'amplificazione, ad una ricerca costante di attenzioni con una concezione dinamica della vita che si articola in una maratona che non si può fermare nelle ristrettezze di un legame.
L'orientamento terapeutico, in questi casi, è quello di utilizzare la relazione come strumento di ridimensionamento dell'onnipotenza per favorire una maggiore adesione ai limiti della realtà, in un progressivo passaggio dall'io sento all'io penso. L'apertura di un varco in tal senso è possibile laddove il paziente non sia del tutto incapsulato nella dimensione dell'Ego. Nei casi del Disturbo narcisistico di personalità vero e proprio tale operazione diventa davvero complessa, in quanto il paziente o si ritiene troppo superiore per confrontarsi con uno psicologo oppure arriva in psicoterapia quando la sua vita è già molto gravata dagli errori commessi.